LA FORZA DEL MITO
I due fulcri della sua ispirazione: l’attenzione al passato e la contemporaneità.
La sezione finale e conclusiva della mostra è particolarmente ampia e scenografica perché riassume la ricerca artistica di Rubens abbracciando i due fulcri della sua ispirazione: l’attenzione al passato e all’ archeologia e il rapporto con la contemporaneità dall’altra.
Il primo aspetto affronta proprio il rapporto tra Rubens e l’antico, ovvero la cultura classica, ma anche i grandi maestri che lo hanno preceduto, che divengono spesso il motivo ispiratore della sua pittura. Il rapporto con l’antico è testimoniato dalla presenza della scultura classica. Importanti pezzi archeologici, amati e conosciuti da Rubens sono presenti in mostra. Tra questi è centrale la figura dell’Ercole Farnese in quanto costituisce un motivo ispiratore davvero ricorrente, più volte e in più angolature ripreso o evocato nei dipinti. E’ così possibile mettere a confronto l’opera di Rubens con l’antico, ma anche con dipinti riferiti allo stesso tema di Pietro da Cortona dalla collezione del Principe del Liechtenstein e Guido Reni dalla galleria Palatina di Firenze.
Si mettono infatti a confronto le invenzioni dei primi anni italiani con l’opera degli artisti del barocco nascente, alimentato da una stessa corrente creativa. In questa sezione sono presenti opere chiave del rapporto tra Rubens e i suoi contemporanei ovvero Bernini, Pietro da Cortona, Lanfranco, Salvator Rosa e Luca Giordano. Il confronto evidenzierà la comune ispirazione volta verso una secolarizzazione della pittura, sempre più seduttiva e stupefacente.
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